Riccardo
Guarneri
Riccardo Guarnieri è un artista italiano che ha saputo esprimere la sua visione del mondo attraverso una pittura vibrante e colorata, ricca di simboli e suggestioni.
Nato a Firenze nel 1954, ha iniziato a dipingere da autodidatta, ispirandosi ai maestri del Rinascimento e ai movimenti artistici del Novecento.
Nel 1959, il giovane pittore e musicista fiorentino Riccardo Guarneri si presenta al pubblico con una mostra di opere informali, insieme ad altri quattro artisti emergenti, nella galleria di Fiamma Vigo,
punto di riferimento per l'arte astratta a Firenze.
Guarneri racconta, il suo percorso artistico fino a quel momento, segnato da influenze diverse e contrastanti: da un lato, la lezione figurativa e luministica dell'ultimo Rembrandt,
che lo affascina durante un soggiorno all'Aia; dall'altro, le esperienze informali di Wols, Alechinskij e dei Cobra, che lo attraggono per la loro forza espressiva e materica.
Tra questi due poli, Guarneri cerca una via personale, che lo porta ad apprezzare anche la purezza di Licini e le invenzioni liriche di Klee.
Il tema della luce, già presente nelle sue tele informali, diventerà poi centrale nella sua ricerca successiva, che lo porterà ad abbandonare la materia per dedicarsi alla pittura monocroma e alla sperimentazione ottica.
La pittura di Guarneri si evolve nel corso degli anni Sessanta verso una maggiore essenzialità e purezza, in cui il colore diventa luce, la grafia diventa pittura e la percezione visuale diventa il tema centrale della sua ricerca.
Il suo mondo poetico si esprime con una sensibilità acuta e personale, che si manifesta in diverse fasi, ma sempre con un filo conduttore chiaro e coerente.
I suoi primi quadri, esposti nel 1963 a La Strozzina di Palazzo Strozzi, sono caratterizzati da una luminosità delicata e da una superficie prevalentemente a matita, che scandisce lo spazio con variazioni sottili.
Guarneri ricorda come la frequentazione degli amici artisti tedeschi lo abbia aiutato a superare l’informale e a riscoprire la pittura, soprattutto quella del Nord, con la sua luce cristallina e senza peso.
Così, progressivamente, i suoi quadri si schiariscono fino ad arrivare al silenzio del bianco: «Ma non fu una scelta improvvisa».
Nel 1963 Guarneri fa parte del Gruppo Tempo 3, Il gruppo propone una sintesi tra concretismo e informale, basata sulla lezione di Rothko e sulle teorie gestalt, come il terzo tempo della pittura astratta.
Dal 1964 in poi Guarneri adotta una struttura più geometrica e rigorosa: si lascia conquistare “dallo schema geometrico di rombi o quadrati ripetuti in impercettibile asimmetria,
che si svolge attraverso successioni calcolate attentamente.”
Guarneri si distingue per la sua ricerca di euritmia, ovvero di armonia tra le forme, i colori e lo spazio.
Utilizza luci colorate che sostituiscono il colore timbrico e creano effetti poetici basati sugli elementi primari della pittura.
Si ispira all’omaggio al quadrato di Albers, ma non ne condivide la logica geometrica e la fede nella forma pura.
Guarneri è più esistenziale, più ambiguo, più sensibile alle variazioni luminose e percettive.
La sua pittura si fa sempre più raffinata e quasi bianca, richiedendo una visione attenta e prolungata per cogliere le trasparenze mutevoli del colore-luce
La sua opera è stata riconosciuta e apprezzata in numerose mostre nazionali e internazionali negli anni Sessanta, tra cui la XXXIII Biennale di Venezia, la V Biennale di Parigi,
la mostra Weiss auf Weiss a Berna e le personali in diverse gallerie italiane.
La pittura di Guarneri si sviluppa negli anni Sessanta e Settanta come una ricerca rigorosa e originale sul segno e sulla luce, che lo porta a creare opere di grande suggestione visiva e poetica.
Il segno, dapprima autonomo e significativo, si fa via via più sottile, più fitto e regolare, fino a diventare una trama vibrante che registra il minimo gesto del polso.
La luce, invece, non è solo quella che illumina la superficie dipinta, ma anche quella che emerge dal fondo bianco, che consuma e dissolve la struttura.
Guarneri ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive, sia in Italia che all'estero, tra cui spiccano la retrospettiva al Westfälischer Kunstverein di Münster nel 1972,
la partecipazione alla Quadriennale di Roma nel 1973 e alle importanti rassegne sull'arte italiana degli anni Sessanta e Settanta,
come L'immagine attiva a Milano nel 1971 e Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980 a Roma nel 1981.
«Verso la fine degli anni Settanta, Guarneri avverte una crisi della sua pittura, troppo legata a una geometria rigida e fredda, e sente il bisogno di una svolta, di una maggiore libertà espressiva. [...]
Abbandona le forme geometriche e si dedica alla macchia, al caso, al colore, accogliendo il lato più “romantico” e “sentimentale” della sua ispirazione. [...]
Nel 1982 si manifestano i primi frutti di questa nuova fase della sua pittura.
Le macchie d’acquarello si sovrappongono leggere e trasparenti, filtrate da una carta di riso giapponese che Guarneri incolla sulla tela al posto della tradizionale preparazione».
«Alla fine degli anni Ottanta Guarneri si stanca delle carte.
Il lavoro è lungo e la preparazione artigianale è noiosa, lo distrae troppo.
Decide quindi di ritornare alla tela, ma senza abbandonare l’acquarello, che gli piace per la sua leggerezza.
E così arrivano anche gli anni Novanta, nei quali Guarneri si conferma nelle sue idee, nel suo modo di intendere la pittura, a volte con richiesta di rigore geometrico nella struttura, a volte invece con momenti più liberi,
più ritmici e cromatici».
Nel 2000 Riccardo Guarneri affronta una sfida inedita: realizza il mosaico di 24 mq per la stazione Lucio Sestio della metropolitana di Roma,
un'opera che testimonia la sua capacità di dialogare con lo spazio urbano e di trasformare la luce in colore.
La sua ricerca artistica, iniziata negli anni '50 con le prime opere astratte, si inserisce nel contesto dell'arte italiana del secondo dopoguerra, di cui Guarneri è uno dei protagonisti più significativi.
La sua pittura analitica, basata sull'indagine delle componenti elementari della tela, del colore e della luce, si evolve nel tempo in una sintesi formale e concettuale sempre più rigorosa ed essenziale.
La sua opera è stata riconosciuta e valorizzata da importanti mostre storiche e antologiche, sia in Italia che all'estero, tra cui:
Astratto-Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990 alla Galleria Civica di Verona nel 1990; Arte in Italia 1956-1968 al Museo Civico di Conegliano Veneto nel 1995; Die andere Richtung der Kunst.
Abstrakte Kunst Italiens ‘60-‘90 alla Kunsthalle di Colonia nel 1997; Continuità. Arte in Toscana 1945-2000 a Palazzo Strozzi a Firenze nel 2002;
Contrappunto luce, mostra antologica presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze nel 2004, con un catalogo curato da Giovanna Uzzani e Maria Grazia Messina,
che rappresenta un punto di riferimento per lo studio dell'opera di Guarneri.
A partire dalla metà degli anni 2000, il suo lavoro ha suscitato un rinnovato interesse critico nell'ambito delle mostre dedicate alla pittura analitica, corrente artistica di cui Guarneri è stato uno dei primi esponenti.
Guarneri è un artista che ha saputo esprimere con coerenza e originalità la sua ricerca pittorica, attraversando le diverse stagioni dell'arte italiana dal dopoguerra ad oggi.
Le sue opere, caratterizzate da una rigorosa geometria e da una sensibile cromia, sono state esposte in mostre personali e collettive di rilievo nazionale e internazionale, tra cui ricordiamo: Pittura Aniconica a Mantova nel 2008;
Il Grande Gioco a Milano nel 2010; Percorsi dell'arte italiana al Mart nel 2011.
Nel 2017 ha ricevuto un importante riconoscimento con l'invito alla 57. Biennale di Venezia Viva Arte Viva, a cinquant'anni dalla sua prima partecipazione nel 1966.
Nel 2018 ha partecipato alla mostra 100% Italia al Museo Ettore Fico di Torino.
Nel 2019 il Museo del Novecento di Milano ha inserito un'opera sua nella nuova riorganizzazione del museo, mentre il Museo del Novecento di Firenze gli ha dedicato una personale.
Nel 2021 quattro sue opere sono entrate nella collezione permanente del Centre Pompidou di Parigi.
Guarneri ha insegnato pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara, Bari, Venezia e Firenze ed è Accademico Emerito per l'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, dove vive e lavora da sempre.
Esposizioni
Riccardo Guarneri ha partecipato a molte mostre personali e collettive.
Personali
Collettive